La Preparazione Atletica Femminile: Il mito delle Donne e i pesi.

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DONNE E LA SALA PESI

Nel corso della mia carriera ho incontrato diversi allenatori che hanno riscontrato quasi sempre il medesimo problema:  La carenza in termini di forza e potenza nelle proprie atlete.

Quando si trattano argomenti come questo, molto spesso s’incorre nel rischio di cadere nel mito, oltre che nel futile pregiudizio, che vede le donne meno forti degli uomini.

Iniziamo col prendere atto che questo preconcetto è del tutto falso ed insensato.

Quando parliamo di preparazione atletica, bisogna mettere sullo stesso piano della nostra bilancia sia uomini che donne, nel rispetto di quelli che sono i parametri allenanti. 

Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad  un grosso incremento dei risultati nelle competizioni femminili, dovuti soprattutto ad un cambio netto avvenuto nella metodologia di allenamento.

Nel mondo dell’atletica, nelle ultime 3 Olimpiadi ( Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016), sono stati registrati una moltitudine di record mondiali nelle diverse discipline,  non si erano mai registrati così tanti record femminili nella storia delle olimpiadi.
(fonte worldolimpycrecord.com)

Il segreto di tale successo, con grande probabilità, è da ricercare nella rivoluzione di un sistema di allenamento che fino ad allora ha adottato metodologie troppo “morbide” con chi, invece, di potenziale e potenzialità ne ha da vendere!

IN COSA DIFFERISCE LA P.A PER IL IL MONDO FEMMINILE?

Non vi sono assolutamente differenze! 

Lo scopo principale di una buona P.A  consiste nel predisporre gli atleti nelle migliori condizioni fisiche, ampliando le proprie abilità  in termini di forza e movimenti così da ridurre al massimo il rischio di infortuni, siano essi uomini o donne.

Ecco perché, in qualità di preparatori atletici, il nostro unico dovere nei confronti delle nostre atlete, è quello di garantire loro i migliori programmi e le migliori condizioni possibili per il raggiungimento dei propri obiettivi.

Ciò detto, è di fondamentale importanza riconoscere le peculiarità e potenzialità di ogni singolo atleta. Infatti, ogni Strength Coach che si rispetti, non predispone programmi di allenamento standardizzato sulla base del sesso del proprio atleta, bensì sottopone ad esso programmi personalizzati frutto di una serie di test atti a mettere in risalto quei deficit “nascosti” che, silenti, ne influenzano le prestazioni.

Lo scopo è avere un corpo pronto e migliorarne forza, potenza, coordinazione, agilità, ma soprattutto rafforzare le strutture articolari, tendinee e legamentose, anche e soprattutto con l’ausilio della sala pesi. 

 

ALCUNI RISULTATI FRUTTO DI UNA BUONA PREPARAZIONE ATLETICA

Durante il lavoro svolto con alcune delle nostre atlete, abbiamo registrato i risultati dei test antecedenti alla loro preparazione e quelli svolti al termine del loro percorso.

Dopo circa 18 mesi di lavoro abbiamo ottenuto dei cambiamento a dir poco  strabilianti!
Alcune di esse erano entrate con mal di schiena, e 18 mesi dopo hanno conquistato il loro posto in nazionale.

 

Sappiamo benissimo quanto lo sport possa essere deleterio, soprattutto quando le conseguenze di stress e sacrifici cominciano ad essere dure ed insormontabili,  ed è proprio qui che il ruolo di un coach diventa fondamentale.

Di seguito, un esempio del lavoro svolto con le nostre atlete.

 

  • Claudia R.(gruppo aereonautica\nazionale assoluta)

  • Mariella V. ( 2 volte campionessa italiana)

  • Martina G (volley serie A)

In data 20/09/18 sono stati eseguiti su di esse test di valutazione su potenza e forza ed abbiamo registrato i seguenti risultati:

  • Claudia R.v= CMJ: 19.2
  • Mariella V. = CMJ: 19.6
  • Martina G = CMJ 21.2

Nel giorno 17\05\2019 per le stesse atlete abbiamo registrato i seguenti risultati:

  • Claudia R.v= CMJ: 24.8
  • Mariella V. = CMJ: 25.2
  • Martina G = CMJ 26

Questi sono solo una piccola parte dei test effettuati, che vi mostro con l’intenzione di far comprendere come, delle ragazze con una preparazione adeguata hanno migliorato sia i risultati dei test, sia quelli prestativi.

Inoltre, si è visto un incremento di tutti i massimali di forza, come ad esempio in un esercizio di  “trapbar deadlift” in cui ognuna delle atlete sopracitate ha sollevato 1,5 vlt x BW,  sorprendendosi esse stesse dei risultati ottenuti in quanto donne! 

In conclusione, solo quando saremo consapevoli che ogni atleta vada allenato in quanto tale, e non sulla base del proprio sesso, solo allora potremmo aiutare loro ad ottenere i risultati che da sempre desiderano.
Se c’è da sollevare si solleva, se c’è da soffrire si soffre.
Chi ha iniziato a portare risultati a casa è colui che è uscito fuori da pregiudizi ed ha iniziato ad allenarsi per vincere!

 
 

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